Mons. Luciano Migliavacca, la pietra miliare della Musica Sacra del ‘900
Ottobre 26, 2023 2023-10-26 12:21Mons. Luciano Migliavacca, la pietra miliare della Musica Sacra del ‘900
Sabato 21 ottobre 2023 si è tenuto nella Biblioteca Umanistica presso la sede del Piams il Convegno organizzato dallo stesso Istituto dal titolo: “Luciano Migliavacca (1919-2013). Una continua ricerca della forma”, che ha visto partecipi numerosi ospiti e diverse personalità nel campo della musica sacra milanese e non.
In apertura della giornata il preside, don Riccardo Dell’Acqua, ha dato voce alla lettera augurale di S.E. mons. Mario Delpini, Arcivescovo di Milano e Gran Cancelliere dell’Istituto, il quale non potendo essere presente perché fisicamente impegnato a Roma come padre sinodale, ha manifestato «l’espressione della mia riconoscenza per la dedizione di don Luciano al servizio della Cappella Musicale del Duomo, dedizione prolungata nel tempo, incisiva nel panorama della Musica Sacra del suo tempo, attenta alla logica celebrativa, inquieta nella ricerca di forme espressive e nell’attenzione a offrire un contributo alla preghiera dell’assemblea. Don Luciano è stato attento, paziente e affettuoso educatore di tutta la cappella e in particolare dei più giovani. Esprimo l’auspicio che il confronto tra gli studiosi e l’impegno del Piams, insieme con l’impegno dell’Ufficio di Pastorale liturgica della Diocesi, consenta di raccogliere l’eredità di monsignor Migliavacca, di procedere oltre, di trovare le vie per incidere nella prassi musicale e liturgica delle comunità della Diocesi, che soffre vistosamente di scelte arbitrarie e di percorsi paralleli».
Convegno su Luciano Migliavacca, un ricco programma
Il primo intervento, affidato a don Luigi Garbini, ha messo in rilievo come la musica di Migliavacca risenta in maniera sorgiva del repertorio del canto ambrosiano, producendo quella inafferrabilità che scardina qualsiasi tentativo di classificarla in una forma definita e chiusa. Pur nel rigore della forma, come l’ineffabilità del canto ambrosiano, la sua musica sfugge ultimamente alla percezione di un possesso definitivo e di una appropriazione che non si concede fino alla fine. Naturalmente, per essere fruita pienamente, tale musica non può non entrare nella dinamica di un prodotto di “consumo”, inteso non semplicemente come sinonimo di “consumismo”, ma come prodotto per la liturgia che, come tale, viene in essa reso partecipe e consumato quasi ad modum eucaristiæ.
Mons. Massimo Palombella, attuale Maestro Direttore della Cappella Musicale del Duomo di Milano, ha messo in luce la genialità e l’apertura di don Luciano rispetto alla musica a lui contemporanea, come anche la lucidità nelle scelte estetiche e nella ricerca, come ad esempio la pubblicazione delle opere di Gaffurio contenute nei Libroni della Veneranda Fabbrica del Duomo, oppure come l’edizione di alcune messe di Palestrina affrontate con criteri assai innovativi rispetto al sentire del suo tempo, che lo ha reso al contempo capace di incidere diversi cd evidenziando la preparazione della Cappella Musicale del Duomo rispetto ad altre Cappelle italiane coeve.
Mons. Gianluigi Rusconi, nell’ultimo intervento della mattinata, ha ripercorso attraverso i ricordi legati alla sua esperienza diretta, la novità che ha rappresentato la comparsa di Migliavacca soprattutto negli anni Cinquanta e nei tempi del Concilio e immediato postconcilio, quando la sua migliore produzione di Messe ha accompagnato i cambiamenti ecclesiali in campo liturgico e perciò musicali, operando un’intelligente e sapiente operazione di “traduzione” in musica dei testi e delle nuove preghiere, senza mai scadere nel banale o nel difficile ad ogni costo. Essenzialmente tre i filoni di tale novità: «Il testo, alto e insieme comprensibile; la melodia inusuale e innovativa, improntata al Canto gregoriano e ambrosiano; l’armonizzazione leggera, tersa, atta a mettere in rilievo il testo, e libera da vincoli scolastici».
L’apertura degli interventi pomeridiani, affidata a mons. Tarcisio Cola, presidente dell’Associazione Italiana di Santa Cecilia, ha rimarcato non solo l’operato “milanese” di Migliavacca, ma anche la sua instancabile partecipazione all’ambiente ceciliano, sia con interventi nei convegni e nei congressi, sia dalle colonne del Bollettino Ceciliano, non facendo mai mancare il suo parere e il suo interessamento per una realtà tanto importante e significativa sul territorio italiano, anche a mezzo telefonico quando l’età non gli ha più consentito gli spostamenti.
Don Claudio Burgio, Maestro di Cappella emerito ed ex puer cantor nella stessa, ha raccolto l’eredità educativa di don Luciano, mettendo in luce soprattutto come riuscisse a educare attraverso la musica, nelle scelte musicali per gli esercizi e per la preghiera dei fanciulli cantori, delineando così il suo essere musicista pienamente compenetrato dalla sua identità di autentico prete ambrosiano, senza mai smettere di esserlo in ogni ambito, anche musicale e compositivo.
Infine, la dott.ssa Maddalena Peschiera, responsabile dell’Archivio della Veneranda Fabbrica del Duomo, ha presentato lo status quæstionis dell’archivio delle opere del Maestro, ancora piuttosto incerto nelle sue diverse dislocazioni (Archivio, Cappella, familiari, PIAMS) ma soprattutto una vera miniera non solo dal punto di vista musicale ma anche personale, con lettere e fotografie che mostrano il suo lavoro, il rapporto con la Veneranda Fabbrica e i concerti eseguiti con la Cappella Musicale nei quattro decenni del suo magistero.
L’ottimo concerto a chiusura del Convegno presso la chiesa di S. Antonio da Padova ad opera del Coro da Camera di Varese diretto dal M° Gabriele Conti ha reso fruibile concretamente quanto è stato presentato a più voci lungo la giornata.
Rimane così il lascito di mons. Luciano Migliavacca, vera pietra miliare per la musica sacra del ‘900, non solo milanese ma anche italiana ed europea, come fondamento e rilancio per le nuove generazioni di compositori ed esecutori.
Leggi l’articolo scritto a riguardo sul portale della Diocesi Ambrosiana