Pietro Alessandro Yon: L’organista del Nuovo Mondo
Settembre 18, 2024 2024-09-19 18:38Pietro Alessandro Yon: L’organista del Nuovo Mondo
L’organista del Nuovo Mondo
Storia di un piemontese a New York
Tra le innumerevoli storie di italiani che si trasferirono in America nel periodo della “grande migrazione” (iniziata nel 1861 dopo l’unità d’Italia e terminata negli anni venti del XX secolo), quella di Pietro Alessandro Yon merita sicuramente di essere ricordata e raccontata sia sotto l’aspetto umano che sotto l’aspetto artistico e musicale.
Con la figura di Yon il pensiero corre sicuramente anche alle altre centinaia di migliaia di italiani che partirono in cerca di fortuna nel Nuovo Mondo (in particolare, durante il decennio 1900-1910 la cifra stimata di emigrazione dall’Italia al Nord all’America fu di 2.394.000 persone); il suo successo fu però così eccezionale da renderne la biografia oggetto di interesse già quasi subito dopo la sua morte.
Nel 1947 Patty de Roulf preparò un copione per un film basato sulla vita di Yon e intitolato Sonata Romantica (titolo di una sua composizione); in Italia, sempre nel 1947, Giacomo Chiarodo scrisse un articolo dedicato a Yon sulla Rivista di Storia, Arte e Archeologia. Nel 1963 il figlio Mario Charles Yon (1920-1968) pubblicò negli U.S.A. insieme a Vera Hammann il romanzo The Heavens Heard Him, basato sulla vita di Yon, il quale nella prefazione è descritto come un uomo abituato ad avere a che fare con persone importanti e di potere, eppure semplice, diretto e dai modi gentili.
Recentemente in Italia sono stati pubblicati importanti contributi biografici e musicali: l’articolo di Massimo Nosetti Italian Virtuoso Pietro Alessandro Yon in Arte organaria e organistica (2011); Fifth Avenue Famous – The Extraordinary Story of Music at St. Patrick’ Cathedral di Salvatore Basile; 1467 Note di Pedale: Pietro Alessandro Yon organista virtuoso tra Italia e America di Elisa Teglia in Incontri organistici. Presenze nel Novecento organistico italiano di Antonio Delfino (2023). Per quanto riguarda le incisioni discografiche italiane, occorre innanzitutto ricordare quelle di Arturo Sacchetti e Massimo Nosetti, inoltre l’opera organistica di Yon è stata registrata da Elisa Teglia (Edizioni Tactus), Tommaso Mazzoletti (Edizioni Brilliant Classics), Massimo Gabba e Diego Cannizzaro (Edizioni Elegia). Degni di nota sono anche due articoli di Piero Pagliano apparsi sulla rivista on-line Il Risveglio popolare, intitolati Pietro Yon, da Settimo Vittone agli U.S.A e Un canavesano in America, e l’articolo di Doriano Felletti Il maestro d’organo Pietro Alessandro Yon Da Settimo Vittone alla conquista degli Stati Uniti d’America.
I primi passi organistici tra Settimo Vittone, Milano e Torino.
Pietro Alessandro Yon nacque a Settimo Vittone, piccolo paese situato nella parte alta del Piemonte a ovest della cittadina di Biella, l’8 Agosto 1886. In quell’anno Edmondo De Amicis pubblicava il Libro Cuore e dall’altra parte dell’Oceano Atlantico veniva inaugurata la Statua della Libertà.
Il canonico Giacomo Chiarodo, nel suo scritto del 1947, ricorda il contesto familiare in cui il giovane Yon crebbe: “Pietro Alessandro Yon nacque l’8 agosto 1886, quarto di dieci figli – di Antonio Yon e Margherita Piazza -, da famiglia modesta, ma ricca d’ingegno, di cuore, d’iniziativa, e fu plasmato da una mamma di eccezione. […] Cresciuto in un’atmosfera di austerità, il giovane ereditò dalla madre la squisita sensibilità e quella fine compostezza che domina e controlla sempre la sua ispirazione”.
In quegli anni i paesi Italiani, lontani dai grandi centri urbani in cui l’industrializzazione nascente stava creando un nuovo ceto sociale, basavano la loro economia di sussistenza principalmente sull’allevamento e l’agricoltura. I talenti artistici quando si manifestavano in famiglia potevano essere apprezzati come forma di emancipazione sociale, oppure osteggiati perché visti come una perdita di braccia utili all’attività di famiglia. Nel caso di Pietro le eccezionali doti musicali lo porteranno giustamente lontano dalla vita tranquilla del piccolo paese natio, ma non senza difficoltà e privazioni.
A sei anni il piccolo Pietro ricevette le prime lezioni di pianoforte dal fratello maggiore Costantino, che più tardi sarebbe stato il primo della famiglia Yon ad emigrare negli U.S.A.
Negli Anni dell’adolescenza Pietro fu mandato a proseguire gli studi a Ivrea per tre anni sotto la guida del maestro di pianoforte Angelo Burbatti (organista del Duomo di Ivrea dal 1905 al 1946). Su consiglio di Burbatti, Yon continuò gli studi presso il Conservatorio di Milano, dove ebbe la vocazione per l’organo, strumento che lo avrebbe condotto al successo.
A Milano conobbe Polibio Fumagalli, docente d’organo presso il Conservatorio, brillante organista e compositore. Fumagalli nell’ultimo periodo della sua vita musicale si allontanò dallo stile operistico e bandistico della musica organistica per approdare ad uno stile romantico d’oltralpe, senza però abbandonare la cantabilità tipicamente italiana. Molto probabilmente fu proprio lui a consigliare a Yon di proseguire gli studi di organo con più giovani maestri che si stavano affermando nel solco della riforma ceciliana.
Infatti, la successiva tappa della sua formazione musicale avvenne a Torino. Dal 1901 frequentò il Conservatorio di Torino, dove studiò organo con Roberto Remondi e composizione con Giovanni Bolzoni (direttore del Liceo Musicale di Torino dal 1889 al 1918).
Organista del Papa e del Re
Il momento fondamentale della sua formazione, determinante per l’inizio di una prestigiosa attività professionale, ebbe luogo nella capitale del Regno d’Italia, anzi in quel che rimaneva dello Stato Pontificio dopo la breccia di Porta Pia: la Città del Vaticano. All’età di diciotto anni, nel 1904, fu ammesso all’Accademia di Santa Cecilia a Roma, dove ebbe come insegnante di organo Remigio Renzi (maestro della Basilica di San Pietro), oltre ad Alessandro Bustini e Giovanni Sgambati per il pianoforte e Cesare De Sanctis per la composizione.
Nel 1905 conseguì brillantemente il diploma di organo. Terminati gli studi accademici, prestò servizio come assistente organista del maestro Remigio Renzi nella Basilica di San Pietro in Città del Vaticano fino al 1907. Oltre all’incarico presso la Basilica di San Pietro ebbe la nomina di organista presso la Real Chiesa del Santo Sudario: questi due incarichi gli permisero di essere contemporaneamente al servizio del Sommo Pontefice e del Re d’Italia (in anni in cui il “Non expedit” di Pio IX era ancora in vigore!)
Nella primavera del 1907, il reverendo John B. Young della St. Francis Xavier Church di Manhattan giunse a Roma alla ricerca di un sostituto dell’organista Gaston Dethier, che aveva deciso di intraprendere la carriera concertistica lasciando vacante la posizione di organista titolare. Dopo aver ascoltato Yon suonare, fu così entusiasta dalla bravura e dalla musicalità del giovane organista che decise di offrirgli un contratto della durata di tre anni. Così all’età di 21 anni Pietro Alessandro Yon partì per gli Stati Uniti, dove si riunì con il fratello Stefano Costantino (che ricopriva a Manhattan un incarico musicale alla Church of St. Vincent Ferrer). Purtroppo nel 1908 ebbe un incidente automobilistico e si ruppe entrambi i polsi. Grazie a cure adeguate e molta forza di volontà riuscì a riprendere l’uso delle mani e guarì completamente dal trauma.
Andante rustico dalla “Sonata Cromatica” eseguito da Davide Paleari:
I primi anni a New York
Forse l’immagine di un gran formicaio è la più adatta per descrive New York agli inizi del XX secolo, una città in grande movimento ed in espansione (soprattutto verso il cielo, con la costruzione dei tipici grattacieli), punto di sbarco principale degli immigrati provenienti dall’Europa (tramite la famosa Ellis Island). Tra le strade di Manhattan, dove giravano ancora carrozze trainate da cavalli, c’era un gran viavai di tram e di primi veicoli motorizzati.
La nuova immigrazione, alla ricerca di impiego e opportunità, trovava terreno fertile in una società dove il libero mercato era il faro che illuminava il destino di tutti. In questo contesto Yon si trovò a suo agio e riuscì con grande successo nelle sue imprese: potremmo definirlo uno dei pionieri della Grande Mela.
Nel 1914 fondò assieme al fratello Costantino gli Yon Music Studios. La scuola ebbe varie sedi, quelle più prestigiose furono la Carnegie Hall (dove Yon ebbe l’onore di progettare l’organo da concerto) e una suite all’ottavo piano di un palazzo sulla 57th Avenue. Questa scuola era specializzata nella formazione di musicisti liturgici, organisti e cantori, inoltre era abilitata a rilasciare qualifiche professionali riconosciute dalle chiese di New York.
Sempre nel 1914 diede inizio all’attività di produzione artistica e a quella di concertista solista negli U.S.A. (se fosse rimasto in patria, avrebbe trovato a pochi passi dal confine le atrocità della prima guerra mondiale, a cui l’Italia avrebbe partecipato a partire dal 1915). Negli Stati Uniti d’America Yon ebbe il merito di introdurre il concerto a pagamento nell’ambito organistico: sebbene non mancassero strumenti importanti in chiese e sale da concerto, la figura dell’organista solista professionista non si era ancora affermata, nei recital a pagamento l’organista solitamente affiancava l’orchestra.
L’evento musicale che sancì una lunga e gloriosa carriera fu il concerto tenuto nel 1914 presso l’Aeolian Hall di New York, una sala da 1350 posti, dove Yon si esibì all’organo dell’Aeolian Company Op. 1212 costruito nel 1912 a quattro manuali e 73 registri.
In quasi tutti in concerti erano presenti pagine di J.S. Bach: Toccata e Fuga in re minore BWV 565, Fantasia e Fuga in sol minore BWV 542, Preludio e Fuga in re maggiore BWV 532, Preludio e Fuga in la minore BWV 543. Così scrive Chiarodo nel 1947: “…interpretava in un modo più espressivo e personale rispetto alla tradizione del passato, facendo risultare l’opera bachiana più vicina alla sensibilità moderna”
“Rimembranza”dai 12 Divertimenti per organo:
Una costellazione di successi
Nel 1917 scrisse il brano Gesù bambino, pubblicato dalle edizioni J. Fischer & Brother di New York. Questo semplice brano di carattere pastorale presenta nella prima parte una melodia serena e cullante, proseguendo poi con una citazione dall’Adeste fideles con le note di “Venite Adoremus”. Il testo in inglese è di Frederick Herman Martens (1874-1932). La versione originale era per pianoforte e canto, ma non mancarono le versioni per organo e canto, organo solo, piano solo, violino e violoncello e organo, coro…
A questo link l’interpretazione di Luciano Pavarotti:
Seguirono anni di innumerevoli concerti tra U.S.A, Canada e Italia, la cifra stimata è di 1500 esibizioni. Alla Carnegie Hall di New York possiamo contare la bellezza di 23 concerti!
Il 21 maggio 1919 a Manhattan sposò Francesca Adelina Pessagno, di origini italiane ma nata a New York nel 1893. Il 4 marzo 1920 nacque il loro unico figlio Mario Charles Yon. L’organista della cerimonia di nozze fu Charles M. Courboin, grande concertista americano di origine belga con cui nel 1920 Yon condivise, insieme a Leopold Stokowski e alla Philadelphia Orchestra, la serata inaugurale dedicata al monumentale organo Wanamaker di Philadelphia, ingrandito nella parte fonica.
Nel 1920 intraprese un viaggio di ritorno in Italia e dopo pochi mesi venne nominato sostituto organista presso la Cappella Giulia in Città del Vaticano a Roma. Successivamente Papa Benedetto XV lo nominò organista titolare ad honorem, tuttavia questo incarico non avrebbe portato ad una stabilizzazione definitiva, e dopo pochi mesi Yon decise di ritornare negli Stati Uniti. Non appena rientrò ottenne la cittadinanza statunitense, chiara manifestazione di un definitivo radicamento dall’altra parte dell’Atlantico (questa vicenda racconta molto anche sulla situazione attuale di molti brillanti organisti professionisti italiani).
Fu una scelta vincente. Nel 1926 decise di lasciare l’incarico alla St. Francis Xavier Church per diventare assistente organista della St. Patrick Cathedral di New York, affiancando il direttore musicale e organista titolare Jacques C. Ungerer. Pochi mesi dopo questo cambio di impego, le autorità ecclesiastiche decisero di sostituire l’organo della Cattedrale. Il lavoro fu commissionato dal Cardinale Patrick Hayes attraverso il Rev. Mons Lavelle (Rettore), che a sua volta aveva nominato una specifica commissione guidata da Padre Philip Furlong, un’autorità nella musica Sacra connessa alla Cattedrale.
Venne quindi stipulato nel 1927 un contratto per un grandioso organo con Geo. Kilgen & Son, Inc. di St. Louis, uno dei più antichi e importanti organari negli U.S.A.; tre anni dopo lo strumento fu collocato nella Cattedrale e inaugurato da Yon. Lo strumento comprendeva un Grand’organo composto dalle sezioni di Great, Swell, Choir, Solo, Pedal, String, collocato sopra il portale d’ingresso in una raffinata cassa di legno intagliato. La consolle a 4 manuali venne collocata nella parte centrale della cantoria. Un completo organo eco fu collocato nella galleria a metà strada tra la cantoria e l’altare maggiore; infine dal lato della proclamazione del Vangelo fu collocato un organo a 3 manuali con la sua specifica consolle. Lo strumento aveva 10.000 canne e 139 registri, in particolare 3 set di campane e un’arpa, registri che Yon prescriverà in alcune sue composizioni (Arpa notturna, Cristo Trionfante nella versione per organo solo).
Nel 1929 Yon fu nominato “Director of music” e organista titolare della St. Patrick Cathedral a seguito del ritiro, dopo 36 anni di servizio, di Jacques C. Ungerer. L’attività musicale di Yon nei servizi liturgici, nei concerti e nelle trasmissioni radiofoniche nazionali e internazionali raggiunse livelli di eccellenza e formò un numerosissimo pubblico di appassionati.
Qui il video di Yon all’organo della Cattedrale di New York.
Vita a New York, ma il cuore in terra natia
Sebbene Yon avesse deciso di radicare la sua vita negli U.S.A, quasi tutte le estati si recava in Italia nel paese natale, per trascorrere momenti di tranquillità lontano dalla frenetica vita di New York. Sopra Settimo Vittone, in località Trovinasse, fece costruire una sua casa-vacanze da lui battezzata “Baita Yon”, dove trascorreva il meritato riposo estivo. Tra i paesani veniva chiamato “Pilìn”, utilizzando il soprannome datogli dai famigliari in giovane età. In omaggio ai tradizionali canti della terra natale raccolse alcune melodie popolari in una Messa montanara, che venne cantata dagli stessi pastori alla funzione festiva nella chiesa di Settimo Vittone, con l’accompagnamento di Yon all’armonium. Occorre anche ricordare che si adoperò personalmente per finanziare il restauro dell’organo ottocentesco di Giacomo Vegezzi Bossi della parrocchiale di Settimo Vittone, oltre a far costruire un ulteriore organo pneumatico in una piccola chiesa fuori dal paese. Nei periodi che trascorreva in Italia era spesso chiamato a tenere concerti d’organo, ricordiamo in particolare l’inaugurazione dell’organo Balbiani-Vegezzi-Bossi del 4 settembre 1932 nel Duomo di Como.
Purtroppo nel 1929, anno già funestato dalla catastrofe economica della grande depressione che mandò sul lastrico migliaia di americani, morì per complicanze cardiache la moglie Francesca; Yon rimase solo con il figlio di 9 anni. Fortunatamente la zia Lina raggiunse i fratelli Yon a New York e si adoperò strenuamente per aiutare la famiglia dopo quel triste evento. Nel 1930 Yon si riprese e organizzò molti concerti, con lo scopo anche di aiutare molti musicisti in difficoltà economiche.
Sempre in quegli anni patrocinò le tournées americane di Marco Enrico Bossi, Fernando Germani e Ulisse Matthey. Ricevette il titolo di Cavaliere della Corona d’Italia e di Cavaliere dell’Ordine di San Silvestro.
Toccata in Re Maggiore eseguita da Davide Paleari:
Nel 1940 fece l’ultimo viaggio in Italia e a causa dello scoppio della seconda guerra mondiale il rientro a New York via nave fu molto difficoltoso. Fortunatamente fu esonerato dal conflitto per motivi di salute (ricordiamo anche l’incidente del 1908). Nel 1941 fu ricoverato per ipertensione, si riprese dopo qualche settimana di riposo e si rimise al lavoro al fianco di Arturo Toscanini. Il 9 Aprile 1943 lo colpì un ictus celebrale, e la cara zia Lina nel vederlo accasciato in fin di vita ne fu talmente sconvolta da morire per un infarto; poco prima di spirare riuscì però a chiamare i soccorsi, Yon si salvò e nelle settimane successive sembrò riprendersi grazie alle cure riabilitative, mentre in Cattedrale lo aspettavano con ansia.
Dopo un lieve miglioramento delle sue condizioni di salute generale, fu accolto a casa di un amico a Long Island. Nei giorni successivi il Capitolo della cattedrale di St. Patrick rifiutò ogni domanda di candidatura degli organisti che si proposero al posto di Yon, e affidò temporaneamente l’incarico a uno dei suoi studenti, Edward J. Rivetti, che era stato nominato assistente organista nel 1933. Solo quando si capì che Yon avrebbe impiegato molto tempo per riprendersi fu sostituito ad interim dall’amico Charles Courboin.
Pietro Alessandro Yon morì a Huntington (Long Island) presso la casa della consuocera Margherita San Venero il 22 novembre 1943, giorno di Santa Cecilia, patrona della musica. I solenni funerali si tennero nella Cattedrale di St. Patrick il 25 novembre e parteciparono 1300 persone, tra cui Arturo Toscanini. Courboin diresse il coro della Messa da Requiem. Yon venne sepolto vicino alla zia Lina al Gate of Heaven Cemetery nella contea di Westchester, nello stato di New York.
Organista “pioniere” nella modernità.
Pietro Chiarodo riferendosi a Yon scrisse nel 1947 che “fu l’America che lo rivelò all’Italia”. Questa frase spiega in modo inequivocabile come negli U.S.A. Yon fosse riuscito a emergere come musicista e anche come uomo dotato delle giuste qualità per affermarsi nella società americana dell’epoca.
A riprova di ciò vi sono ben quattro articoli riguardanti Yon apparsi sulla prestigiosa rivista The New Yorker: nell’edizione del 12 maggio 1934 si parla del suo oratorio The Triumph of St. Patrick andato in scena alla Carnegie Hall e trasmesso anche via radio; nell’edizione del 16 aprile 1938 è presente una breve intervista in doppia colonna; nell’edizione del 21 dicembre del 1940 è citato in una poesia di auguri natalizi di Frank Sullivan assieme a Eleanor Roosevelt e ad altri personaggi rinomati. L’ultimo articolo, del 26 luglio del 1941, presenta Yon nella sua veste imprenditoriale, infatti fu l’inventore di un sistema di oggetti sportivi dedicati al Kangaroo Golf (un ulteriore articolo del TIME del 1941 spiegò in dettaglio il funzionamento del gioco, in cui venivano utilizzati dei pioli di legno – detti “canguri” – al posto delle palline); il prodotto fu addirittura commercializzato da Ambercrombie & Fitch.
Citiamo anche un intero numero della prestigiosa rivista americana The Caecilia dell’Agosto del 1937 (Vol. 64 N° 7). Consultabile cliccando qui.
In questa rivista, oltre alla biografia di Yon e di suo fratello Costantino, e al catalogo delle composizioni, sono presenti alcuni articoli che descrivono la sua personale interpretazione di Bach, la sua tecnica organistica e infine il lato personale dell’artista (“More about the personal side of the Artist”). Il giornalista scrive che Yon potrebbe raddoppiare il suo guadagno se decidesse di dare lezioni in materia di “public relations”.
Molto interessanti sono i programmi musicali delle celebrazioni alla Cattedrale di St. Patrick e le recensioni dei concerti apparse sui giornali dell’epoca, tra cui il Transcontinental Tour (Ottobre/Novembre 1935).
Di stile alquanto differente è il divertente articolo apparso sulla rivista Musical America del 23 marzo 1912. L’autore del testo (che ha firmato con lo pseudonimo Cherubino) racconta di un pranzo informale a base di spaghetti e chianti tra Pietro e Costantino Yon, il caricaturista Viafora, il giornalista Ludwig Wielich e l’editore di Musical America John C. Freund. Tra le varie battute dei commensali di questo “Italian club” viene riportato il commento di Pietro Yon in merito al suo primo impatto con New York: “è stato difficile per un italiano ambientarsi… ora però New York mi piace tanto”. In risposta ad una domanda dell’editore Freund, Yon afferma: “sono un organista con convinzioni e ideali”.
Altro aspetto particolare della genialità di Yon lo troviamo nelle parole di Chiarodo “Ciò che nessuno aveva mai supposto possibile, lo osò e lo ottenne brillantemente il Maestro Yon: interessare i bambini all’organo”. Esempio musicale di questa creatività coinvolgente è la raccolta di brani intitolata La Concertina – Suite umoresca dedicata al figlio Mario per il suo primo compleanno.
Ascoltiamo l’interpretazione di Elisa Teglia:
Per contrasto citiamo la sua opera più impegnativa, che accanto alle sonate per organo solo costituisce uno dei suoi capolavori: Il Concerto Gregoriano. Composto nel 1920 inizialmente per organo e orchestra fu successivamente rielaborato anche per organo solo e organo e pianoforte.
Possiamo ascoltare la versione per organo e pianoforte interpretata da Tommaso Mazzoletti e Gaia Federica Caporiccio:
Concludiamo questo racconto dedicato ad un grande musicista italiano che, come dirà in seguito Indro Montanelli, ebbe un grande successo in quanto dotato delle virtù tipiche della genialità italiana all’estero. Purtroppo il già citato romanzo biografico The Heavens Heard Him non è stato tradotto in italiano, spero che la traduzione della parte finale della prefazione possa essere l’augurio di una nuova riscoperta in Italia della figura di Yon:
“Ognuno nasce per accendere la sua peculiare luce; molti lasciano estinguere la propria fiamma, alcuni la mantengono viva, pochi splendono in eterno. La luce di Pietro brilla ancora. Ha illuminato i cuori degli uomini con la sua musica – una musica udita nei cieli” (Traduzione di Emanuela Longoni).
Cliccando qui è possibile visualizzare gli estratti della rivista “The New Yorker” riguardanti Yon.