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10 domande per scoprire chi è il nuovo Preside del PIAMS

Preside Don Riccardo Dell'Acqua
Interviste

10 domande per scoprire chi è il nuovo Preside del PIAMS

10 domande per scoprire chi è il nuovo Preside del PIAMS

Conosciamo Don Riccardo Dell’Acqua

 

1) Chi è lei? Ci parli del nuovo Preside.

Mi chiamo don Riccardo, ho 35 anni, sono sacerdote della Diocesi di Milano da quasi dieci anni e li ho felicemente vissuti in parrocchia come responsabile della Pastorale Giovanile di tre paesi, Marcallo con Casone, Mesero e Boffalora sopra Ticino, incarico che per ora mantengo ancora in parallelo con quello nuovo nell’Istituto. Credo di essere il preside più giovane della storia del Piams (ma con forti probabilità anche rispetto ad altri atenei pontifici). Sono originario della parrocchia di S. Domenico in Legnano, dove ho vissuto prima di entrare in seminario e dove è maturata la mia vocazione, ma anche la mia passione musicale. Ho iniziato a suonare l’organo a quattordici anni, accompagnando le celebrazioni, dapprima in modo un po’ sgangherato, poi, mano a mano che procedevano gli studi, sempre con maggior competenza. Forse è stata proprio questa passione, che ho continuato a coltivare anche durante gli anni della formazione in seminario, a spingere il cardinale Angelo Scola a farmi proseguire gli studi in un percorso accademico non appena diventato prete. Così gli anni della giovinezza sacerdotale sono stati anche quelli per cui mi sono di nuovo seduto sui banchi di scuola, tra l’altro proprio al Piams, ma gli sono grato per l’opportunità.

 

Don Riccardo Dell'Acqua
Don Riccardo Dell’Acqua, preside del PIAMS

 

2) Che ruolo aveva al PIAMS prima di essere eletto Preside?

Dal 2012 sono entrato come studente e, una volta laureato con il Magistero in Canto Gregoriano e Ambrosiano, sono stato nominato Vice Preside per l’anno accademico 2020-2021.

 

3) Ci racconti la giornata in cui ha ricevuto la nomina. Come hanno accolto la notizia i suoi famigliari ed amici?

Il tutto è avvenuto in una calda giornata nei primi giorni di settembre. Ero in oratorio, stavo per uscire e ho visto che nella cassetta della posta c’era una lettera. Pensavo a una bolletta da pagare o alle solite pubblicità, invece ho visto che arrivava dalla Curia di Milano. Non appena l’ho aperta ho letto il decreto di nomina della Santa Sede e la lettera accompagnatoria del Cancelliere arcivescovile. Preso dall’emozione sono andato a trovare alcune famiglie dei miei educatori per portare la notizia, e naturalmente hanno gioito con me, anche se ben presto mi ha colto il senso di alta responsabilità di cui sono stato investito. Naturalmente anche i miei famigliari sono stati contenti e partecipi di questo.

 

4) Qual è la sua idea riguardo al PIAMS? Quale deve essere la sua mission?

Il Piams è un Istituto che nasce per l’approfondimento e lo studio scientifico del Canto Ambrosiano, perché sia conosciuto e diffuso non solo nella Diocesi di Milano, ma anche nel resto del mondo. Purtroppo oggi la sensibilità generale, soprattutto “in patria”, non sembra molto attenta a questo, forse anche perché il clero stesso – in generale – non sembra curarsene molto. Penso che il Pontificio possa rilanciare non solo questo prezioso studio, ma anche aiutare la Diocesi e chiunque si rivolga ad esso a favorire la dignità delle celebrazioni attraverso il sapiente impiego di antico e nuovo, soprattutto perché si attuino con intelligenza – e non con arbitrio, che di solito porta a risultati mediocri – le indicazioni del Concilio Vaticano II.

 

5) Cos’ha di diverso il PIAMS rispetto alle altre accademie di Milano (e non solo)?

Come ho anticipato prima, l’Istituto nasce in stretta relazione al rito ambrosiano, perciò all’espressione viva della fede del popolo di Dio della Diocesi di Milano e di quelle limitrofe laddove è ancora rimasto. Lo studio e l’approfondimento della musica sacra e del canto ambrosiano non sono fini a sé stessi, neppure per uno scopo di sterile estetica. Sono necessari perché nella Chiesa si continui a dare gloria a Dio, attraverso il sacrificium laudis. Certamente dare gloria a Dio si può compiere in molti modi, ma il linguaggio musicale ha indubbiamente un canale privilegiato. Pertanto studiare genericamente la musica in altre realtà, anche se fosse nello specifico lo strumento dell’organo, non garantisce di per sé quella comprensione e attenzione alla liturgia della Chiesa e al linguaggio delle fede espresso musicalmente.

 

6) Come pensa di poter aiutare il PIAMS ora che ne è il Preside?

Anzitutto con la mia presenza. Credo sia importante che il preside viva gli ambienti della scuola perché studenti e docenti possano avere un sicuro punto di riferimento per ogni necessità. Per questo penso che in seconda battuta potrei aiutare il Piams attraverso la competenza musicale acquisita. Tuttavia, dal momento che non si finisce mai di imparare, anche il preside ha necessità di continuare a fare ricerca ed approfondire aspetti liturgico-musicali.

 

7) Quali cambiamenti vorrebbe immediatamente realizzare?

Mi piacerebbe che l’Istituto venga conosciuto meglio e più diffusamente. Per questo si è iniziato a pensare alla cura “dell’immagine” a partire dal nuovo sito internet e dai social. Non si possono trascurare i linguaggi contemporanei. Per questo il sito ho voluto che fosse più semplice, immediato e anche graficamente curato. Un libro non si giudica dalla copertina, però anche la copertina ha il suo fascino e invoglia alla lettura…

 

8) Ci parli dei docenti. Come vengono scelti e quali competenze sono richieste?

I docenti vengono scelti attraverso la loro esperienza e competenza ovviamente dal punto di vista musicale, ma anche ecclesiologico e liturgico: è importante che abbiano presente non solo la musica, ma il contesto della musica.

 

9) Sente il sostegno della Chiesa Ambrosiana e Pontificia? Potrebbero fare di più?

Certamente sento il sostegno e la vicinanza del Gran Cancelliere, il nostro Arcivescovo Mario Delpini. Lo ringrazio per la stima dimostrata a me e all’Istituto. In più occasioni mi ha ribadito che vorrebbe che le comunità ambrosiane siano più attente alla cura della liturgia e del canto, perché è espressione dell’incontro con il Risorto. Il legame con Roma è molto sentito perché la “P” di Piams (Pontificio, ndr) è la prima lettera che regge il resto. Ora occorre che anche i fedeli e i sacerdoti ambrosiani frequentino l’Istituto per una più accurata formazione.

 

10) Ci dica una frase che la rappresenta.

Un classico: per aspera ad astra. Più che altro applicato alla situazione (ride).